Il Mercato Unico Digitale


Per l’UE, senza digitalizzazione non c’è crescita.
di G.P.
Non è possibile guardare all’innovazione a livello locale senza avere preso atto dei “dettami” a livello continentale. L’Italia, uno dei Paesi dell’Unione Europea più arretrato sul piano della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e non solo, non può esimersi dall’osservare attentamente le indicazioni provenienti dalla Commissione per adeguarsi prima possibile agli standard europei e, quindi, internazionali. Nella corsa, necessaria, alla digitalizzazione, andare piano vuol dire non andare da nessuna parte.
Tra le priorità dell’Unione c’è quella per il Mercato Unico Digitale che recita:
Internet e le tecnologie digitali stanno trasformando il mondo in cui viviamo. Ma gli ostacoli esistenti a livello di scambi online implicano che i cittadini non possono sfruttare tutte le possibilità relative a beni e servizi, che le imprese e le start-up online vedono ridotti i propri orizzonti di manovra e che le imprese e i governi non possono beneficiare pienamente degli strumenti digitali. È ora di adeguare il mercato unico dell’UE all’era digitale, abbattendo le barriere normative e passando dagli attuali 28 mercati nazionali a un mercato unico. Questo potrebbe apportare 415 miliardi di euro all’anno alla nostra economia e creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro.
Le strategie per il mercato unico digitale si compone di tre “pilastri”:
- Migliorare l’accesso dei consumatori e delle imprese ai beni online
- Un ambiente in cui le reti e i servizi digitali possano prosperare
- Il digitale come motore della crescita
Disattendere anche uno solo di questi tre ambiti di azione fondamentali per la crescita e lo sviluppo economico e sociale oltre a non essere auspicabile, è estremamente pericoloso per l’equilibrio stesso tra gli Stati membri.
Nei prossimi numeri digitude.it approfondirà in sede europea ognuno di questi “pilastri” dell’innovazione digitale.